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Alberto Alessi, professione design manager, designer di designers per sua stessa definizione, presidente oltre che responsabile delle attività di marketing strategico, design management e comunicazione, della Alessi SpA, membro del Consiglio Accademico della U.I.A.H. di Hensilki (una delle scuole d’Arte, Design e Architettura più prestigiose al mondo) e membro del Comitato d’Onore del Design Museum di Londra e di altre autorevoli scuole, autore di numerose pubblicazioni, una tra queste “La Fabbrica dei Sogni” (Electa), premiato nel 1998 con il Design Award for Lifetime Achievement, il prestigiosissimo riconoscimento alla carriera indetto dal Brooklyn Museum of art di New York .
Per gli amanti del design Alberto Alessi è un “mostro sacro”, colui che ha reso il design accessibile a tutti. Ci è  riuscito seguendo sapientemente le orme del padre Carlo che , insieme al fratello Ettore, negli anni 50 iniziò a collaborare con designers di fama internazionale. Nel suo ambizioso progetto ha fatto anche tesoro degli insegnamenti del designer statunitense Raymond Loewy (per chi non lo conoscesse colui che disegnò la bottiglia della Coca-Cola, il logo Air Force One e il logo Shell Oil), ideatore del principio MAYA , il cui acronimo ottenuto dalle parole Most Advanced Yet Acceptable racchiude il senso del principio stesso: portare il design più avanzato all’interno dei confini della sua accettazione,
Grazie ad Alberto Alessi il design più avanzato ci è diventato familiare ed è entrato nelle nostre case con tutta la sua complessità ma anche con la sua poesia.
Ebbene si, ieri, in occasione del meeting annuale dell’Alessi svoltosi a Baveno, io ho intervistato Alberto Alessi!
E visto che le coincidenze sembrano essere l’occhiolino degli dei, proprio ieri, lunedì primo luglio 2019, il mio blog ha compiuto sei mesi e mai avrei sperato che gli dei gli facessero un così grande regalo.
Il primo gennaio di quest’anno ho inaugurato il blog mandandovi un mio personale messaggio di auguri: “Happy free year to everyone”, augurandovi prima di tutto un anno all’insegna della libertà. Ieri io per prima mi sono sentita libera di osare e ho chiesto ad Alberto Alessi di poterlo intervistare per il mio blog.
Ecco a voi il risultato di questo mio osare e del suo essere così incredibilmente disponibile ed umile, come solo i grandi uomini sanno essere:
Come può tranquillizzare i nostri clienti affezionati al marchio Alessi che si sono preoccupati leggendo gli articoli usciti a inizio anno sulle prime pagine dei principali giornali e che parlavano di una forte crisi dell’azienda?

<<Non c’è proprio nessun motivo di preoccuparsi. E’ vero che abbiamo avuto delle difficoltà nel corso dei due anni passati. In quasi cento anni della nostra storia, come è logico, la vita non è stata uniforme. Secondo me eravamo cresciuti troppo, e i costi della struttura erano cresciuti nel difficile momento dei mercati internazionali, mentre i ricavi delle vendite no. E’ stato quindi necessario mettere in sicurezza l’azienda, e per farlo abbiamo dovuto “smagrire” un poco l’organico (ci tengo a precisare che questa operazione è stata condotta nello “stile Alessi“, cioè con una notevole generosità di incentivi alle persone uscenti, oltre a quelli di legge). Tra poco, più snelli e agili, sarà più semplice tornare in forma.>>

Cosa contraddistingue secondo lei un cliente affezionato Alessi? Quali sono le caratteristiche che accomunano i fruitori abituali dei vostri prodotti?

<< Per descrivere il nostro pubblico (il “cliente affezionato” come bene lo chiama lei) mi piace immaginare la metafora del sognatore, cioè di chi sa usare l’immaginazione e quindi è in grado di apprezzare la poetica e l’ironia del nostro marchio e il singolare connubio di eccentricità e stile che rende unici i nostri oggetti. Eccentricità e stile, ludicità e cultura, ironia e eleganza: per me sono connotati fondamentali della Alessi, e sono un gioco di opposti su cui nessun altro marchio credo può vantare un presidio altrettanto stringente e una vocazione così precisa.>>

Il 31 gennaio di quest’anno Alberto Alessi aveva promesso in un intervista a “la Stampa” di portare l’azienda, da lui paragonata ad una nave in difficoltà, fuori dalla tempesta senza delocalizzazione.
Queste erano state le sue parole:  <<Si resta ad Omegna e non molliamo. Avremo un partner forte. Abbiamo individuato un’azienda
inglese presente sia sul mercato finanziario che in quello industriale, e nei prossimi mesi raggiungeremo un accordo che ci darà maggior forza economica . Posso assicurare che non succederà niente di grave perché l’Alessi resterà al timone della nave.>>
Da grand’uomo qual è ha mantenuto la sua promessa e lo ha fatto nei tempi ipotizzati.
Continuando ad usare la sua metafora la  nave Alessi continuerà a solcare gli oceani e a portare nelle nostre case i profumi e i colori dei magici luoghi che visiterà.
In quest’ immagine Alberto Alessi all’opera nella sua fabbrica insieme al Gotha del design italiano : Achille Castiglioni, Enzo Mari, Aldo Rossi e Alessandro Mendini.
Nell’immagine di copertina Alberto Alessi in posa con Philippe Starck. Tra loro fa capolino una versione King size del celeberrimo spremiagrumi Juicy Salif.