“Asterusher” è il suo curioso titolo, un titolo doppio, la crasi di due universi letterari quali “La casa di Asterione” di Jorge Louis Borges e “Il crollo della casa di Usher” di Edgar Allan Poe.
Lo scrittore si racconta per immagini, attraverso novanta splendide foto scattate da Francesco Pernigo, parlandoci degli oggetti e degli arredi delle due case che l’hanno visto bambino (soprattutto quella delle vacanze a Nasca, sul lago Maggiore) e poi adolescente ed uomo adulto (quella di Milano).
“Autobiografia per feticci” è il sottotitolo del libro. Per feticcio si intende un oggetto inanimato a cui vengono attribuiti poteri magici, e molti degli oggetti che Michele Mari ci presenta nel suo libro magici lo sembrano davvero:

Casa di Milano pag.71
Questa la descrizione che ne dà lo scrittore:
<<Sono due teste di legno massiccio, probabilmente dei primissimi anni del ‘900. La prima è la testa di quello che io chiamavo “il signore”; la seconda che ho sempre sentito non solo come opposta e antitetica ma anche come complementare, è la testa del “mostro”. Tale mostro ghignante è sempre stato per me la deformazione del “signore”, la sua tensione, se non addirittura la sua verità. Ne derivava che quella rassicurante era la faccia dell’inganno, e quella mostruosa la faccia della sincerità.>>